Giovedì 8 giugno in Sala Stemmi a Feltre alle 20 e 30 l’associazione culturale ONLUS “Il Fondaco per Feltre” e il team “Alternanza Scuola-Lavoro” del Liceo Dal Piaz presentano il progetto “Le Lapidi Svelate”.
Ci si può chiedere cosa dicevano le tante lapidi scalpellate che decorano palazzi pubblici e privati della città di Feltre. Se ci sono , significa che si voleva celebrare qualcuno o qualcosa di importante , tanto da esser viste da tutti e da scolpirle nella pietra .
I colpevoli dello scempio sono almeno due. Infatti la Serenissima nel 1691 ( “Storia di Feltre”di Antonio Pellin) ordinò di cancellare alcuni testi troppo adulatori della propria amministrazione. La maggior parte delle pietre venne rovinata però nel 1797 dalle truppe francesi del generale Massena che così intendeva eliminare il ricordo del dominio di Venezia.
Il Fondaco per Feltre , grazie al team alternanza scuola- lavoro del liceo Del Piaz e in particolare agli alunni Veronica Brandalise, Federico Corso, Giovanni Menel, Nicolò Monico, Giulia Sanguin, Zeno Sartorelli De Giacometti e Rashkevych Taras, guidati dal professor Nicola Annunziata, ha risolto il mistero. Almeno per il Palazzo della Ragione in piazza Maggiore.
Attingendo infatti al testo seicentesco di Antonio Cambruzzi e al libro del dottor Pietro Rugo (“Riflessi storici del dominio e della caduta della Repubblica Veneta nelle lapidi della cittadella di Feltre”) sarà possibile sapere cosa c’è scritto sulle lapidi , semplicemente inquadrandole con il proprio telefonino o con il tablet.
L’idea è venuta al professore che ha utilizzato un’applicazione gratuita in grado di farlo. I ragazzi poi hanno lavorato sul campo fotografando le pietre, associandone il testo e curando la grafica delle immagini. L’incontro dell’8 giugno vuole divulgare al pubblico il lavoro svolto e spiegare l’utilizzo dell’applicativo.
Probabilmente questo lavoro sarà utile non solo ai turisti ma anche agli studiosi che potranno, con facilità e immediatezza, scoprire cose interessanti per le proprie ricerche.
Come dice Lucio Zamperoni, un socio del Fondaco, la storia non sta mai zitta anche quando si cerca di cancellarne la memoria ecco perché abbiamo scelto questo titolo per la serata.
Vi aspettiamo numerosi!
Salve, vorrei far notare un errore nel cognome del sottoscritto: è “MONICO” e non “MONACO”. Sarei gradito se venisse modificato, grazie
Grazie Nicolò della segnalazione! Ci scusiamo per l’errore spiace solo non aver corretto prima.
E un grazie ancora per il progetto che hai portato avanti